Un grande e innovativo progetto per celebrare l’arte, la storia e l’identità comune dell’Adriatico
Tra il 2025 e il 2026 ricorrono i cinquecento anni dalla scomparsa di Vittore Carpaccio, maestro dell’arte rinascimentale e figura simbolo del dialogo tra le sponde dell’Adriatico.
Per celebrare l’importante anniversario del mezzo millennio nello spirito dell’Intesa Europa Adriatica Nordest ecco la proposta del Comitato culturale europeo “Carpaccio 500”.
L’adesione al Comitato è aperta a associazioni, enti, scuole e universitĂ , media, imprese e organizzazioni interessate a unirsi in una rete culturale europea che, oggi piĂą che mai, ha un valore strategico non solo artistico, ma anche sociale e identitario.
Unisciti anche tu a questa nuova avventura culturale.
Le adesioni saranno presto attive su adriaticeurope.org.
Le basi e la missione
“Punteremo ad attivare a breve le basi a Venezia, Capodistria, Pirano e Zara – spiega il coordinatore Vittorio Baroni – per dare vita a un progetto di cooperazione transfrontaliera che valorizzi e promuova l’ereditĂ di Carpaccio nel Nordest Adriatico in chiave europeista contemporanea”.
Il Comitato “Carpaccio 500” non sarà solo una celebrazione artistica, ma una piattaforma di incontro, scambio e collaborazione europea a 360°.
Artista Adriatico, ereditĂ comune
Carpaccio non appartiene solo al Patrimonio Culturale della Serenissima, alle cittĂ o alle nazioni, ma a tutto l’Adriatico. Possiamo dire che è un “antico artista europeo”. Lo testimoniano alcune delle sue piĂą importanti opere, diffuse e custodite in luoghi simbolici del Nordest Adriatico:
- a Venezia (tra i molti altri), il celebre ciclo della Scuola di San Giorgio degli Schiavoni che si collega direttamente alla Dalmazia;
- a Capodistria, la Pala di San Giorgio del 1516;
- a Pirano, la Pala francescana del 1518;
- a Zara, il Polittico di San Martino del 1480-90;
Il recente ritorno a Pirano “dov’era” della Madonna di Carpaccio ha dimostrato come il linguaggio universale dell’arte possa diventare strumento di dialogo tra culture e generazioni.
Il logo del Comitato

Carpaccio, artista del dialogo per la comunitĂ adriatica europea
Il ritorno della pala di Pirano e la memoria di Carpaccio dimostrano come la cultura possa diventare strumento di dialogo. Le sue opere, disseminate tra Veneto, Istria e Dalmazia, raccontano una storia comune che supera le ferite del Novecento grazie al linguaggio universale dell’arte.
Celebrare Carpaccio significa valorizzare un’eredità che unisce comunità e popoli, aprendo nuove prospettive di cooperazione culturale europea.
Un patrimonio che parla al futuro
Carpaccio non è solo un grande pittore del passato, ma un simbolo di identità condivisa e di memoria viva. Il suo linguaggio universale, che ha resistito ai secoli e alle divisioni, diventa oggi occasione per coinvolgere le nuove generazioni in un progetto europeo di cultura e dialogo.
“Carpaccio 500” vuole trasformare la sua eredità in energia per costruire ponti tra le due sponde dell’Adriatico.
L’Adriatico come culla di identità comune
Le città che custodiscono le opere di Carpaccio – Venezia, Capodistria, Pirano e Zara in primis – non sono solo luoghi di memoria, ma tappe di un itinerario culturale che appartiene a tutti.
L’Adriatico diventa così culla di un’identità europea che nasce dall’incontro tra popoli, lingue e tradizioni. “Carpaccio 500” raccoglie questa eredità per trasformarla in un laboratorio vivo di dialogo e collaborazione.
Un simbolo per il futuro europeo insieme
Cinque secoli dopo, l’eredità di Carpaccio continua a unire le due sponde dell’Adriatico e diventa emblema di identità condivisa, memoria viva e cooperazione europea.
Il Comitato “Carpaccio 500” vuole raccogliere questa eredità , trasformandola in un progetto concreto di cultura, dialogo e futuro europeo comune.